Il legame tra Venezia e l’Oriente è sempre stato strettissimo e la visita guidata animata del 28 febbraio ha rinnovato questo legame raccontando la storia del Museo d’Arte Orientale: 10 aree espositive per una raccolta che risale agli ultimi decenni del XIX secolo, quando Enrico di Borbone, conte di Bardi, durante il suo viaggio in Estremo Oriente ( 1887-1889) riunì quasi trentamila pezzi. Li sistemò a Palazzo Vendramin Calergi dove risiedeva e dove volle che fosse allestita un’esposizione permanente. Alla sua morte, dopo alterne vicende, la collezione venne riconosciuta al governo italiano in conto riparazione danni di guerra. Nel 1925 Stato e Comune di Venezia stipularono una convenzione per sistemare il museo al’ultimo piano di Ca’ Pesaro. Nelle 7 sale dedicate al Giappone si ammirano armi ed armature da parata appartenute ai signori feudali del Periodo Edo, selle e staffe in lacca pure da parata, una rara portantina per dama, dipinti su carta e seta, abiti in seta dai preziosi ricami. Ben due sale sono dedicate ad oggetti in lacca provenienti da corredi di nozze delle figlie di ricchi signori feudali realizzati con la tecnica del makie, la lacca dorata impiegando polvere e lamine d’oro. Gli strumenti musicali sono pure eccellenti pezzi artistici usati per l’esecuzione dei principali generi di musica tradizionale giapponese. I pezzi appartengono prevalentemente al Periodo Edo (dal nome della capitale, Edo, l’odierna Tokyo) o Tokugawa, dal nome della casata shogunale che resse le sorti del paese per oltre duecentocinquanta anni garantendo all’arcipelago un periodo di relativa pace, caratterizzato da un quasi completo isolamento, ma non mancano opere più antiche, come per esempio una coppia di statue lignee del periodo Kamakura (1185-1333), o lame del periodo Muromachi (1392-1568). La sezione cinese espone giade e porcellane di diverse manifatture e un prezioso rotolo dipinto. Nella sala dedicata all’Indonesia si trovano rari kris, tessuti batik e marionette in cuoio del wayang, il teatro delle ombre indonesiano.

Il Museo è ospitato nel Palazzo di Ca Pesaro. Il grandioso palazzo, ora sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, sorge nella seconda metà del XVII secolo, per volontà della nobile e ricchissima famiglia Pesaro, su progetto del massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena, cui si devono anche la Chiesa della Salute e Ca’ Rezzonico. I lavori iniziano nel 1659 a partire dal versante di terra, con il cortile caratterizzato dalle originali logge, che risulta completato entro il 1676; la prestigiosa facciata sul Canal Grande raggiunge il secondo piano già nel 1679, ma, alla morte di Longhena nel 1682, il palazzo è ancora incompiuto. I Pesaro ne affidano il completamento a Gian Antonio Gaspari che lo porta a termine certo entro il 1710, rispettando sostanzialmente il progetto originario