“…sono un poco confusa..come il nonnino che cerco ma non trovo. Il mio vecchio nonnino aveva sempre da ridire sulla mia pettinatura, mi portava al parco per dare da mangiare alle anatre, era sempre in viaggio e mi mandava delle bellissime cartoline, mi preparava sempre la merenda quando andavo a trovarlo con la mamma e il papà la domenica pomeriggio. Eravamo tutti felici. Questo nuovo nonno è diverso. Al nuovo nonno piace la mia pettinatura , mangia le briciole di pane che trova per strada invece di buttarle alle anatre, non viaggia più anche se ha sempre la valigia in mano. Così è venuto a stare a casa mia con me, il mio papà e la mia mamma. Un giorno ha accesso tutti i fuochi della cucina e se li è dimenticati così, la casa poteva andare a fuoco. Un giorno la mamma mi ha detto stai con il nonno, mi raccomando non lasciarlo mai solo. Ma il nonno, mentre stavamo giocando, si è addormentato così ho dormito anche io. Mi sono svegliata dalle urla della mamma:”Sara, Sara dove è il nonno” . E io non lo sapevo. Lo abbiamo trovato qualche ora dopo ai giardinetti. Era andato a fare un giro solo che non si ricordava più come tornare a casa. Così adesso è qui dove lo possono curare tutto il giorno, qui è più al sicuro.” Come spiegare la malattia dell’Alzheimer ai bambini? Come trovare le parole giuste, come mostrarla, come metterla in scena? Lo spettacolo nasce da un percorso laboratoriale con i tre  attori che in scena rappresentano il Nonno, la Nipote e il Medico. Tre figure che spesso, nella vita, si trovano ad interagire e a dover trovare un nuovo modo di comunicare perché a questo costringe la malattia dell’Alzheimer, trovare nuove forme di comunicazione.